Come preparo la pizza fatta in casa soffice e croccante: guida passo passo da provare subito

Come preparo la pizza fatta in casa soffice e croccante: guida passo passo da provare subito

Matteo Casini

Dicembre 4, 2025

Sul piano della cucina la farina resta sparsa, le mani sono appiccicate e nell’aria si sente l’odore tiepido di una pallina di pasta che sta lievitando. È una scena familiare: chi cucina in casa cerca la stessa sensazione che dà la pizza uscita dalla pizzeria, con un bordo gonfio e un fondo asciutto. In questi mesi molte persone hanno ripreso a sperimentare e hanno capito che non serve un forno a legna per ottenere un buon risultato: servono scelte precise sugli ingredienti e qualche accortezza nella lavorazione. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio il rapporto tra ingredienti e tempi di riposo: non è solo una questione di dosi, ma di equilibrio e pazienza.

La base che fa la differenza

La riuscita della pizza comincia dall’impasto. Usare una miscela adeguata di farine e rispettare l’idratazione fa la differenza: nella pratica si adotta spesso un mix che include farina manitoba per dare forza all’impasto e una farina più morbida per tono e gusto. L’acqua deve essere tiepida ma non calda; il rapporto con il lievito rimane ridotto per ottenere una lunga maturazione, che rende l’impasto più digeribile. Per questo molti professionisti consigliano di prevedere una fase di riposo lunga, anche mettendo la pasta in frigorifero per alcune ore, invece di affrettare tutto con dosi eccessive di lievito.

Come preparo la pizza fatta in casa soffice e croccante: guida passo passo da provare subito
Come preparo la pizza fatta in casa soffice e croccante: guida passo passo da provare subito – nonsolofarina.it

Un altro elemento concreto è la distribuzione del sale, che va aggiunto in fase finale dell’impasto per evitare di inibire l’attività fermentativa nelle prime battute. Lo stesso vale per l’olio: un cucchiaio aiuta l’elasticità ma non deve diventare protagonista. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è il diverso assorbimento della farina a temperature basse: per questo chi vive in città regola l’acqua in base alla stagione.

In assenza di numeri precisi, è utile affidarsi a formule semplici: impastare fino a un composto liscio e omogeneo, fare pieghe per sviluppare la maglia glutinica e poi pezzare in panetti. Un dettaglio che molti sottovalutano è il periodo di riposo dopo la pezzatura: lasciare i panetti coperti a temperatura ambiente per almeno mezz’ora aiuta la stesura. In Italia questa pratica è comune sia nelle case sia in pizzerie che lavorano con lunga maturazione.

La stesura e i condimenti

Stendere la pizza non è solo tecnica: è un gesto che incide sul risultato finale. Il piano di lavoro deve essere leggermente infarinato e il movimento delle mani misurato: si parte dal centro e si allarga l’impasto con i polpastrelli, lasciando volutamente un bordo più gonfio per ottenere il famoso cornicione. Chi preferisce la versione più bassa e croccante comprime anche i bordi; chi vuole il morso soffice li mantiene più alti. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che la stesura effettuata poco prima della cottura facilita la gestione dell’impasto.

Per il condimento, scegliere pomodori pelati anziché passata aiuta a mantenere la giusta consistenza della base: i pelati frullati e regolati di sale e qualche foglia di basilico restano leggeri e aromatici. La mozzarella va ben sgocciolata per evitare che l’acqua rilasciata in cottura ammolli il fondo; se si usa la bufala, è preferibile inserirla a crudo dopo la cottura, oppure strizzarla bene e tagliarla a cubetti. Un dettaglio che molti sottovalutano è il momento in cui aggiungere gli ingredienti: alcune verdure e salumi richiedono una precottura per risultare perfetti con tempi rapidi.

Non serve complicare la scelta dei gusti: la margherita classica, la marinara semplice, una versione con verdure cotte o una combinazione di formaggi sono soluzioni concrete e collaudate. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è che i topping freddi vanno sempre calibrati per preservare la temperatura della pizza appena sfornata. Chi cucina per la famiglia trova spesso che adattare le porzioni e variare i condimenti sia la strada più pratica per accontentare tutti.

La cottura che avvicina al forno a legna

La fase finale è quella che più condiziona l’aspetto e il sapore: replicare in casa la reazione del forno a legna richiede alte temperature e una cottura rapida. Una soluzione efficace è la doppia cottura: la pizza viene prima appoggiata su una piastra o su una padella molto calda sul fuoco per sigillare il fondo, quindi trasferita nella parte alta del forno con il grill acceso per pochi istanti. Questo passaggio crea quella leggera bruciatura sul bordo e asciuga la superficie, riproducendo in gran parte l’effetto del forno professionale.

È importante che la piastra o la padella siano roventi: si lavora a fuoco alto e si agisce rapidamente, distribuendo la salsa nel centro e lasciando il bordo libero. Nel giro di pochissimi minuti il fondo si colora e il cornicione prende volume; a questo punto la pizza va completata sotto il calore superiore con la mozzarella e un filo d’olio. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza tra piani cottura: chi usa induzione può ottenere lo stesso risultato, a patto di preriscaldare bene la superficie.

Se non si dispone di piastra, una padella antiaderente o una teglia che possa andare sul fuoco sono alternative pratiche. Un dettaglio che molti sottovalutano è la sequenza: scaldare, cuocere brevemente sul fuoco, poi finire con il grill. La pizza esce dal forno con il profumo del cornicione tostato, pronta per essere portata in tavola — una tendenza che molti italiani stanno già osservando e apprezzando nella vita quotidiana.

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