Ricotta fritta in pastella: croccante fuori e morbida dentro per un aperitivo irresistibile

Ricotta fritta in pastella: croccante fuori e morbida dentro per un aperitivo irresistibile

Matteo Casini

Dicembre 5, 2025

Un piatto che appare semplice rivela subito le sue regole: in una cucina dove il servizio procede serrato, basta un morso per capire se la tecnica è stata rispettata. Alla base della ricotta fritta c’è il contrasto tra interno e crosta, una questione di temperatura, consistenza e tempi. Questo testo spiega in modo diretto come ottenere medaglioni che mantengano la forma, che non assorbano olio in eccesso e che offrano una morbidezza coerente con una croccantezza esterna. Non è una lezione romantica: è un elenco pratico di scelte e accorgimenti, utile sia a chi cucina in casa sia a chi lavora in una cucina professionale. Nel corso dell’articolo si trovano indicazioni sul riposo in freezer, sulla composizione del cuore cremoso e sulla gestione della temperatura dell’olio, con piccoli consigli tecnici che molti sottovalutano e che fanno la differenza nel servizio.

Come comporre e stabilizzare il cuore dei medaglioni

La fase iniziale non è creativa ma tecnica: si lavora la ricotta in una ciotola per eliminare l’eccesso di siero e ottenere una massa omogenea. Aggiungere parmigiano grattugiato permette di dare sapore senza appesantire la consistenza; piccoli cubetti di mozzarella possono introdurre una nota filante, ma vanno calibrati per non rilasciare troppa acqua in cottura. Chi lavora con grandi quantità in ristorazione usa coppapasta per formare medaglioni regolari, una scelta che facilita la frittura e la presentazione. Un dettaglio che molti sottovalutano è la distribuzione uniforme del sale: va bilanciato sulla massa e non solo sulla superficie, per evitare medaglioni insipidi al cuore.

Il passaggio al freddo è cruciale: mettere i medaglioni su carta forno e lasciarli almeno trenta minuti in freezer compattandoli senza surgelarli troppo aiuta a mantenere la forma durante la frittura. Nel Lazio e in altre regioni italiane questo accorgimento è comune nelle cucine che trattano ingredienti delicati; lo raccontano i tecnici del settore. A questo proposito, la consistenza ottenuta dopo il riposo determina la necessità di una doppia panatura (farina, poi pastella) oppure di una sola, a seconda della compattezza.

Per chi cerca precisione, una prova su piccolo campione prima del servizio è utile: friggere un medaglione di prova rivela subito se il cuore tiene o si disperde. È un controllo pratico, che nel corso dell’anno risparmia rifiuti e rilavorazioni in cucina.

Come gestire pastella, frittura e doratura

La pastella deve aderire senza isolare: farina e acqua vanno mescolate con il tuorlo per ottenere una densità che copra il medaglione senza colare via. Una pastella troppo liquida non protegge, una troppo densa tende a cuocere male. Per questo motivo molti professionisti dosano la farina per avere una consistenza che somigli a una crema leggera; un’altra strada è aggiungere un cucchiaio di birra fredda per renderla più croccante senza aumentare il peso. Prima dell’immersione è consigliabile infarinare i medaglioni: la farina asciuga la superficie e favorisce l’adesione della pastella, riducendo il rischio di distacchi durante la frittura.

La gestione dell’olio è il punto tecnico più delicato. Una temperatura tra 170 e 180 °C è indicativa per ottenere doratura uniforme senza bruciare la panatura; temperature più basse portano a un maggiore assorbimento di grasso. Chi cucina tutti i giorni controlla la temperatura con termometri di precisione o con prove ripetute, perché la stabilità termica dell’olio è ciò che determina la leggerezza finale. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la maggiore perdita di temperatura quando si frigge in ambienti freddi: alzare leggermente la temperatura iniziale può compensare il calo.

Terminata la cottura, scolare su carta assorbente e lasciare riposare pochi secondi aiuta a stabilizzare la crosta. Nel servizio professionale si evita l’uso di carta troppo oleosa, preferendo griglie o fogli assorbenti di alta qualità per mantenere la resa estetica e gustativa.

Varianti, abbinamenti e indicazioni pratiche per il servizio

La ricetta base si presta a varianti concrete: usare ricotta di bufala aumenta la cremosità, mentre l’aggiunta di ingredienti salati come pancetta o prosciutto cotto modifica il profilo gustativo rendendolo più deciso. A chi preferisce verdure, zucchine ben strizzate o erbe aromatiche tritate offrono sapori freschi senza compromettere la struttura. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la qualità della materia prima: ricotta fresca e ben scolata riduce i rischi di dispersione durante la frittura e migliora la tenuta del cuore.

Per l’abbinamento, una salsa a base di pomodoro ben ridotta o una riduzione di aceto balsamico leggera si sposano con la cremosità interna senza coprirla. Nel Nord e nel Centro Italia è comune proporre i medaglioni come finger food in aperitivi, mentre in contesti informali diventano antipasto a piatto. I professionisti consigliano di preparare i medaglioni poco prima del servizio o di conservarli in frigorifero fino al momento della frittura per mantenere la freschezza.

Per chi lavora in cucina, il consiglio pratico è monitorare tempi e temperatura e programmare una prova prima del servizio vero: questa semplice verifica permette di regolare pastella e temperatura e di servire medaglioni che restano integri e saporiti, un dettaglio che spesso determina la percezione finale del piatto da parte del cliente.

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