In molte cucine italiane, preparare una pizza sembra semplice: farina, acqua, lievito e via. Ma chi si รจ mai chiesto davvero quale farina scegliere per ottenere lโimpasto perfetto? LโItalia conosce tante varianti della pizzaโdalla napoletana alla romana, passando per la pizza alla pala e quella in tegliaโe dietro ogni impasto cโรจ un rapporto delicato tra gli ingredienti. Non basta afferrarne una qualsiasi: la farina giusta puรฒ fare la differenza tra un cornicione leggero e una base gommosa. In questo panorama complesso, capire come selezionare la farina adatta รจ una delle sfide piรน frequenti sia per i pizzaioli esperti che per chi si cimenta in casa, spinto dallโamore per la buona pizza. Un fatto che spesso sfugge a chi vive in cittร รจ proprio quanto la scelta tecnica della farina influenzi la qualitร finale, non solo in termini di gusto ma anche di digeribilitร e struttura.
Come influisce la farina sullโimpasto e le variabili da considerare
Ogni pallina dโimpasto, da 250 grammi per esempio, contiene una percentuale alta di farina, che solitamente si aggira intorno al 60%. Ma non tutte le farine sono uguali: per la pizza napoletana classica con un’idratazione del 65% e il 2,5% di sale, serve una farina che supporti questa specifica formula. I tecnici del settore spiegano che la farina migliore si sceglie guardando valori come il Wโche indica la forza della farinaโe il rapporto P/L, che misura lโelasticitร e lโestensibilitร dellโimpasto. Un dettaglio che molti sottovalutano รจ il tenore proteico. Farine con meno dellโ11% di proteine sono considerate โdeboliโ e non tengono bene le lunghe lievitazioni, mentre farine con oltre il 13% si definiscono โfortiโ e sono piรน adatte a impasti che richiedono resistenza.

Lo stesso vale per lโidratazione: piรน acqua si usa nellโimpasto, piรน sarร necessaria una farina con forza adeguata per sostenere la maglia glutinica, quella rete proteica che tiene insieme la pasta e le dร struttura. Non รจ un caso che da sempre le farine tipo โ0โ e โ00โ siano preferite per la pizza, perchรฉ, avendo una bassa presenza di crusca, formano una maglia piรน pulita e lavorabile. Nel corso degli anni, perรฒ, alcuni pizzaioli hanno iniziato a sperimentare farine di tipo 1 o integrali, grazie a tecniche di macinazione che ne valorizzano caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Qui emerge un fatto: la macinazione influisce sulla qualitร finale della farina tanto quanto il tipo di grano usato.
Ingredienti, tecniche e farine: cosa cambia in base alla pizza
Per fare una pizza di qualitร , la scelta della farina non basta da sola: anche gli altri ingredienti vanno dosati e inseriti nel modo corretto. Lโacqua, per esempio, varia moltissimo a seconda della ricetta: si parte dal 60% per una pizza classica tonda fino a oltre lโ85% nelle preparazioni come la pizza alla pala o in teglia. Un aspetto che sfugge a chi vive in cittร รจ quanto sia importante aggiungere lโacqua lentamente durante lโimpasto, per consentire alla maglia glutinica di formarsi correttamente.
Per impasti con idratazioni piรน elevate o farine ricche di fibre, viene spesso adottata la tecnica dellโautolisi, che consiste nel lasciare riposare farina e parte dellโacqua per almeno 20 minuti prima di inserire lievito e sale. Questo passaggio migliora la lavorabilitร dellโimpasto e la sua resa in cottura. Anche sale e olio extravergine di oliva trovano posto nelle giuste dosiโsolitamente il sale fra lโ1,5% e il 3% del peso della farina, mentre lโolio entra piรน spesso nelle pizze alla pala o nelle focacce.
Lโaltro ingrediente chiave รจ il lievito, che puรฒ variare dai 20-30% rispetto alla farina per il lievito madre, fino allo 0,05%-0,5% per il lievito di birra fresco. Esiste poi quello secco, utilizzato in proporzione ridotta. Tutti questi dati si incrociano con le necessitร di ogni diversa pizza, facendo emergere che non esiste una farina universale ma solo quella piรน adatta a ogni specifica tecnica e gusto.
Farine professionali e alternative per impasti piรน complessi
Nei forni professionali, il requisito principale per una farina non รจ solo la forza o il tipo, ma soprattutto la stabilitร qualitativa. Impasto dopo impasto, anche a fronte di cambiamenti climatici o stagionali, la farina deve garantire le stesse prestazioni, un dettaglio che molti utenti casalinghi non considerano ma che pesa eccome nella pizza venduta oggi nelle grandi cittร italiane.
Per la classica pizza napoletana, viene indicata una farina tipo โ00โ o โ0โ con proteine intorno al 12-13% e un W compreso tra 260 e 320. Quando si parla di impasti piรน moderni, come la pizza contemporanea con cornicione ampio e alta idratazione, servono farine piรน forti con W tra 330 e 360, capaci di sostenere tempi di lievitazione piรน lunghi e prefermenti come la biga. Stesso discorso vale per la pizza alla pala, spesso realizzata con farine simili ma con percentuali di proteine mai inferiori al 13,5%.
Unโaltra fetta di mercato crescente riguarda le pizze a lunga lievitazione o con idratazioni superiori allโ80%. In questi casi servono farine ad alto tenore proteico, vicine al 15%, e con elevata capacitร di assorbimento e stabilitร . Per chi si muove invece verso farine integrate o semi-integrali, si trovano soluzioni come quelle macinate a pietra o ricche di fibre, piรน complesse da lavorare ma che conferiscono interessanti valori nutrizionali.
Un fenomeno che in molti notano solo dโinverno รจ la maggiore richiesta di farine alternative anche tra gli appassionati casalinghi, spinti da un crescente interesse verso prodotti meno raffinati ma di qualitร elevata. In Italia, alcune realtร puntano su filiere certificate per riscoprire il legame con il territorio, offrendo farine specifiche ideali per la pizza ma adatte anche a chi vuole sperimentare impasti diversi senza rinunciare alla resa finale.
Chi vuole cimentarsi nel proprio forno di casa puรฒ trovare confezioni di farina professionale anche in formato piccolo, cosรฌ da provare senza eccessivi sprechi. La tecnologia dei forni domestici, unita a impastatrici piccole ma performanti, consente risultati sorprendenti, a patto di partire da una materia prima credibile e studiata per la pizza.
Il mondo della pizza, cosรฌ come i gusti degli italiani, continua a evolversi, e la farina rimane al centro di questo cambiamento: non piรน solo uno strumento, ma un elemento vivo, in continua trasformazione. Una tendenza che molti italiani stanno giร osservando si riflette nelle scelte quotidiane, tra prese di coscienza alimentari e desiderio di qualitร sempre maggiore anche tra le mura domestiche.
