Con l’arrivo dei primi freddi, nel mercato si fa spazio un ingrediente che torna a essere protagonista sulle tavole italiane: gli gnocchi. Quello che può sembrare un piatto semplice, in realtà richiede un’attenta selezione degli ingredienti per raggiungere la giusta consistenza e un sapore equilibrato. Dietro a una porzione di gnocchi accompagnati da fonduta e funghi c’è un lavoro di scelta che coinvolge elementi specifici, dal formaggio ai funghi, dalla farina alle patate. L’attenzione ai dettagli nei prodotti acquistati, spesso da produttori locali o mercati tradizionali, influenza notevolmente il risultato finale.
È un fenomeno che si nota soprattutto in autunno, quando i consumatori seguono le stagioni e preferiscono piatti più caldi e ricchi, ma che rischia di sfuggire a chi vive in città, dove si tende a puntare su prodotti standardizzati. Ecco perché conoscere le caratteristiche degli ingredienti fa la differenza: non basta la materia prima “qualsiasi”, serve quella giusta per mantenere la tradizione e la qualità di un piatto che, in Italia, unisce cultura e gusto.
Qualità e caratteristiche del taleggio e dei porcini
Il Taleggio rivela molto del carattere di una preparazione a base di fonduta. Nel nostro paese, il formaggio giusto deve avere la pasta compatta e un lieve sentore di noci, accompagnato da una crosta sottile che lascia intuire la qualità. Riconoscere il Taleggio DOP è possibile osservando la crosta stessa: dal 1996 deve riportare quattro T cerchiate, impresse a fuoco. È un marchio che conferma l’origine e la lavorazione secondo specifici criteri, aspetti decisivi per chi cerca genuinità e gusto.

Quando si parla di funghi, invece, la scelta cade spesso sui porcini, in particolare sul più comune Boletus edulis. Fondamentale è controllare che siano integri e sodi, perché la freschezza garantisce tanto al sapore quanto alla consistenza finale del piatto. Tra i più pregiati c’è il porcino “Nero” o Bronzino (Boletus aereus), apprezzato per un aroma intenso e per la compattezza della carne. Molti produttori affidabili arrivano dall’entroterra sardo, un territorio dove il clima e il terreno assicurano qualità superiore. Un dettaglio che molti sottovalutano è la tecnica per eliminare eventuali ospiti nei funghi: lasciarli riposare a fette su carta da cucina per almeno un’ora aiuta a liberarli senza danneggiare il prodotto.
Le patate e la farina: la base per un impasto che regge
Non tutte le patate sono uguali per la preparazione degli gnocchi. In questi mesi conviene evitare le patate novelle e scegliere invece quelle che hanno un certo tempo di maturazione alle spalle, proprio come consigliavano le nonne. Quelle con pasta bianca e più farinosa possiedono un livello di amido che facilita l’ottenimento di un impasto solido ma soffice allo stesso tempo, senza la necessità di aggiungere troppa farina, che può alterare la texture rendendola gommosa.
Per la farina la regola è rigida: deve essere di grano tenero tipo 00, preferibilmente le varianti specifiche “per gnocchi”. Queste tipologie hanno una granulometria e composizione tali da garantire una lavorazione ottimale e un risultato compatto dopo la cottura. Aggiungere l’uovo, meglio se bio e freschissimo, assicura coesione all’impasto, soprattutto quando viene incorporato mentre le patate sono ancora calde, rendendo la miscela uniforme e liscia.
In città, dove spesso si tende alla praticità, questo passaggio può sembrare secondario, invece è proprio la corretta combinazione a fare la differenza tra un piatto banale e uno che rende giustizia alla tradizione culinaria.
La preparazione: tecniche e accorgimenti in cucina
Il procedimento parte dal lessare le patate e schiacciarle calde, elemento che aiuta a inglobare la farina senza eccedere perché il calore favorisce la lavorazione. L’impasto prende corpo con l’aggiunta di burro a pezzetti, uova bio, un pizzico di sale e pepe, e il prezzemolo sbollentato e frullato, il quale conferisce freschezza e colore senza appesantire.
Il ripieno è affidato a una fonduta resa con Taleggio frullato a dadini insieme al latte caldo, una combinazione che permette una crema vellutata da inserire all’interno degli gnocchi. Il tocco finale è la fonduta ottenuta sciogliendo Taleggio e burro con una piccola quantità di acqua, mentre i funghi, puliti e tagliati a spicchi, vengono saltati in padella con olio e timo, insaporiti soltanto alla fine con il sale per evitare che perdano umidità.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città e guarda solo il tempo di preparazione è la delicatezza nel gestire le cotture. Gli gnocchi vanno scolati appena emergono in superficie dall’acqua bollente, un dettaglio che testimonia l’attenzione al momento giusto per evitare che si disfino o diventino gommosi. Servirli accompagnati da fonduta e porcini regala quel sapore ricco e avvolgente che fa da ponte tra l’autunno e l’inverno. Una tendenza che in molte cucine italiane sta diventando un modo per mantenere vive esperienze e sapori stagionali.
