Preparare il vin brulé in modo semplice per riscaldare le serate con un tocco autentico

Preparare il vin brulé in modo semplice per riscaldare le serate con un tocco autentico

Matteo Casini

Dicembre 15, 2025

In molte città europee, quando il freddo si fa sentire, è comune vedere persone passeggiare con un bicchiere caldo di vin brulé in mano. Questa bevanda è uno dei simboli dell’inverno, soprattutto durante il periodo natalizio, e accompagna spesso le visite ai mercatini o le serate all’aperto. Il vin brulé è una preparazione dal passato antico, legata a tradizioni di diverse regioni e molto apprezzata per il suo calore e il profumo delle spezie che la rendono unica. Un dettaglio che molti sottovalutano è il legame tra questa bevanda e le origini storiche, che non sono così recenti come si potrebbe pensare.

Le origini antiche e la diffusione in Europa

La storia del vin brulé affonda le radici nell’Europa antica, con alcuni riferimenti che risalgono addirittura all’epoca romana. A quel tempo, il vino veniva scaldato e arricchito con ingredienti come lo zafferano e il miele, elementi utilizzati per concatenate effetti energetici e terapeutici. La parola “brulé”, che significa “bruciato”, è legata al metodo di riscaldare il vino con le spezie sul fuoco, una pratica che prese piede soprattutto nel medioevo. In quei secoli il vin brulé divenne popolare soprattutto nelle regioni più fredde del continente, venendo associato a feste e momenti conviviali invernali.

Preparare il vin brulé in modo semplice per riscaldare le serate con un tocco autentico
Preparare il vin brulé in modo semplice per riscaldare le serate con un tocco autentico – nonsolofarina.it

La bevanda ha nomi diversi a seconda della nazione: in Germania si chiama “glühwein”, in Francia “vin chaud”, mentre in Norvegia è noto come “gløgg”. Anche in paesi come Croazia e Slovenia è molto diffuso durante la stagione fredda. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è come questa tradizione si mantenga viva grazie ai mercatini di Natale e agli stand che popolano molte piazze europee, dove il vin brulé si trasforma in un vero e proprio rito sociale.

Preparare il vin brulé: caratteristiche e segreti della ricetta

La preparazione del vin brulé richiede un equilibrio preciso tra gli ingredienti. Il vino rosso è la base più comune, anche se in alcune zone, come il Veneto o la Croazia, si utilizzano vini bianchi. Il segreto per un buon risultato sta nell’aggiunta delle spezie: cannella, chiodi di garofano, anice e un pizzico di noce moscata contribuiscono a creare il suo profumo inconfondibile. Gli agrumi, come arance e limoni, sono fondamentali per bilanciare il gusto e aggiungere freschezza, mentre la mela porta una nota più dolce e morbida.

Durante la cottura a fuoco lento, lo zucchero si scioglie lentamente e le spezie rilasciano aromi intensi. Un dettaglio che molti sottovalutano è la possibilità di variare le dosi delle spezie a seconda del proprio gusto, rendendo il vin brulé una ricetta versatile e personale. Alcuni preferiscono lasciare anche la frutta dentro al bicchiere, che può essere consumata insieme alla bevanda calda.

Il vin brulé si conserva in frigorifero per qualche giorno, basta riscaldarlo delicatamente prima di servirlo. Questa bevanda, oltre a scaldare durante le fredde giornate invernali, ha un valore sociale e culturale importante, associandosi spesso a momenti di condivisione intorno a una tavola o durante una pausa in strada. Lo raccontano anche i tecnici del settore: il profumo delle spezie stimola i sensi e aiuta a creare quella sensazione di benessere che molti ricercano durante il freddo.

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